Pur essendo due figure professionali sanitarie, il medico e lo psicologo vivono ancora un rapporto basato du antichi ma consolidati pregiudizi, spesso figli dell'ignoranza. Da una parte gran parte dei medici (sempre meno fortunetamente!) è convinto di una superiorità della sua professione nei confronti di quella dello psicologo; dall'altro, cosa assai più grave, molti psicologi e psicologhe percepiscono la loro professione come inferiore rispetto a quella medica. In realtà le due professioni godono della medesima dignità professionale e questo rapporto di subordinazione psicologico è irrazionale, sbagliato e dannoso per la salute pubblica.
Come per tutti i pregiudizi, anche quello della superiorità del medico sullo psicologo, per poter essere eliminato dalla nostra cultura, richiede consapevolezza e conoscenza. Da cosa generano questi pregiudizi?
Ragioni storiche - Le motivazioni sono innanzi tutto storiche. Senza considerare i precursori di queste due scienze, che risalcono alle origini del pensiero, la psicologia, come scienza moderna (basata sul metodo sperimentale), è una disciplina recente; la medicina, come scienza moderna, ha qualche secolo. è millenaria: in tutte le epoche e in tutte le culture l'uomo ha semre avuto la necessità/bisogno di curare malattie e danni fisici di ogni genere per vivere meglio e più a lungo. Siamo tutti convinti che l'integrità fisica sia una premessa necessaria al raggiungimento del benessere psicologico: prima la salute fisica, poi la salute psicologica.
Da bravi psicologi sappiamo che questa convinzione genera dall'antica dicotomia mente corpo, ormai superata nell'ambito delle scienze psicologiche, m ancora molto diffusa fra la popolazione e anche fra i medici. Oggi sappiamo che mente e corpo sono un tutt'uno, un sistema psicofisico integrato in grado di funzionare bene o di funzionare male: è vero che il malessere fisico può indurre sofferenza psicologica, ed è vero anche il contrario: si pensi alle somatizzazioni.
Scientificità della Psicologia - Un'altra motivazione molto importante è la scientificità attribuita alle due discipline: la medicina di oggi, ad eccezione di pratiche scientificamente infondate come l'omeopatia, è principlalmente fondata dul metodo sperimentale, ossia su un sistema di ipotesi e verifica molto rigoroso che, con tutti i suoi limiti, costituisce il sistema di acquisizione delle conoscenze più preciso (o meno impreciso) che conosciamo e che, alla prova dei fatti, funziona. La psicologia è una disciplina composta da diverse teorie basate o convalidate col metodo sperimentale: si pensi alla psicologia scientifica o al cognitivismo. Ma molte altre teorie e metodi tutt'ora utilizzati e diffusi, non sono basati sul metodo sperimentale e questo fatto alimenta pesantamente il pregiudizio negativo sulla psicologia da parte del mondo medico, abituato a standard scientifici elevati e ormai irrinunciabili.
Tuttavia la psicologia attuale, in tutte le sue forme, rimane lo strumento più avanzato e sviluppato oggi esistente per spiegare e intervenire su meccanismi neurocognitivi molto complessi che non possono essere osservati al "microscopio" e che richiedono una grande preparazione.
L'altra motivazione, figlia della prima, risiede nel diverso grado di utilità percepita delle due figure professionali: i medici, nella maggior parte dei casi, si occupano del malessere fisico o del malessere "mentale" da un punto di vista fisico. Il medico, affrontando patologie anche semplici da trattare, come un brutto raffreddore, è necessario perchè noi tutti ci ammaliamo e prima o poi ne abbiamo bisogno; nella maggior parte dei casi ci rivolgiamo al medico per risolvere al meglio malattie di vario genere: dal raffreddore al tumore, è sempre il medico a dover gestire le problematiche e, a livello di intervento clinico, lo fa utilizzando le sua esperienza e gli strumenti messi a disposizione dalla scienza medica e farmacologica che, per ogni settore specifico, sono sempre gli stessi e non possono essere "improvvistati" dal medico stesso, che deve attenersi alle indicazioni di ogni singolo farmaco, a loro volta basate sulla ricerca scientifica che può richiedere molti anni e milioni di investimenti. Poi naturalmente c'è la chirurgia che richiede molta esperienza e gli esami clinici.
nei confronti dello psicologo, di subordinazione psicologica assai spesso in un Il raggiungimento e il mantenimento di una condizione di benessere psicofisico richiede prioritariamente la rimozione delle condizioni di malessere: il malessere può coincidere con una malattia, un disturbo o anche condizione psicologica o esistenziale. I medici, nella maggior parte dei casi, si occupano del malessere fisico o del malessere "mentale" da un punto di vista fisico. Lo psicologo si occupa del malessere psicologico da un punto di vista psicologico. Nella maggior parte dei casi ci rivolgiamo al medico per risolvere al meglio malattie di vario genere: dal raffreddore al tumore, è sempre il medico a dover gestire le problematiche e, a livello di intervento clinico, lo fa utilizzando le sua esperienza e gli strumenti messi a disposizione della medicina che, per ogni settore specifico, sono sempre gli stessi e non possono essere "improvvistati" dal medico stesso, che deve attenersi alle indicazioni di ogni singolo farmaco a loro volta basate sulla ricerca scientifica che può richiedere molti anni e milioni di investimenti. Poi naturalmente c'è la chirurgia che richiede molta esperienza e gli esami clinici.
Anche lo psicologo si occupa prevalentemente del malessere dei suoi pazienti; un malessere che può essere rappresentato da disturbi veri e propri o da condizioni di ogni genere (anche mediche) che in qualche modo compromettono il benessessere dell'individuo e che quindi gli crea una condizione di malessere che lo motiva a richiedere l'intervento non gratuito dello psicologo. Alla base di questa motivazione è sempre una condizione di malessere: un paziente che si rivolge ad uno psicologo, è, nella maggior parte dei casi, una persona che vuole risolvere un problema (o più).
E' vero che lo psicologo può acquisire strumenti per affrontare i disturbi psicologici o psichiatrici veri e propri, ad esempio con la psicoterapia, ma in tutti i casi lo psicologo ha a che fare con livelli di complessità estremamente variabili e imprevedibili: il lavoro dello psicologo non si limita all'applicazione meccanica di tecniche acquisite prodotte col metodo sperimentale; l'intervento dello psicologo è altamente personalizzato e richiede oltre che una grande preparazione psicologica scientifica, anche una base culturale il più possibile ampia, una grande esperienza umana, elevate capacità relazionali, una dose massiccia di empatia, predisposizione all'ascolto, pazienza, esperienza relazionale (anche personale) e un elevatissimo livello di consapevolezza di se, con tutto ciò che di buono ne deriva.
Rimuovere le condizioni di malessere
Migliorare o man